Esperti di chirurgia facciale a confronto

Giugno 2022 – Si è tenuto in Giugno, sotto l’azzeccato nome-acronimo TO-RINO il congresso annuale dell’ AICEFF, la Associazione Italiana di Chirurgia Estetica e Funzionale della Faccia.
Oltre 150 specialisti di settore: otorini, chirurghi plastici e maxillo-facciali, si sono confrontati su tutti gli aspetti della rinoplastica, sviscerando problematiche e proponendo soluzioni.

Tra i chirurghi invitati a parlare in questo prestigioso consesso anche una delle voci di rinoplasticainospedale.it, il Dr. G. Schiavone.

Il Dott. Schiavone ha incentrato il suo intervento su un aspetto della rinoplastica spesso trascurato, soprattutto nella sua valenza funzionale, la cute nasale.
Oggi viene descritta e studiata sotto l’abbreviazione “N.S.T.E.” (Nasal Soft Tissue Envelope), una delle più importanti e sottovalutate componenti dell’estetica nasale, con cui il chirurgo deve sempre fare i conti.

La rinoplastica ancora oggi viene eseguita da medici ed immaginata dai pazienti, come il trattamento delle strutture di supporto; nel corso di un intervento le cartilagini e le ossa nasali possono infatti essere ridotte, rimodellate, rinforzate, riposizionate per modificare in meglio la forma del naso.
Il maggior limite concettuale della rinoplastica è dunque limitarsi a trattare le strutture di supporto per modificare la forma di un oggetto tridimensionale agendo solo sull’involucro.

Il Dr. Schiavone ha dimostrato nella sua presentazione, nella quale ha illustrato diversi casi clinici, quanto anche il rimodellamento e la ridistribuzione della cute influenzino la bontà del risultato finale, sia nella rinoplastica estetica, che ricostruttiva.
Rimodellare la cute del naso senza modificarne i supporti è un potentissimo strumento estetico, l’NSTE è molto più di una mera copertura, può essere trattata ed utilizzata come una struttura portante dell’anatomia della ala nasale ed è in grado di determinare l’estetica del profilo nasale anche in assenza di modifiche del supporto.

A seconda delle esigenze cliniche può essere sostituito con tessuti anatomicamente simili prelevati dal paziente stesso.
E’ evidente che la rinoplastica è un settore ancora in piena evoluzione e che questi diversi approcci possono offrire nuove alternative ai pazienti a volte meno invasive, se non risolutive, anche dal punto di vista postoperatorio e/o psicologico.
Il contributo del Dott. Schiavone al congresso ne è un valido esempio.

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